IMPARARE A SCRIVERE DALLA LETTURA – Intervista a MARCO CESARI

IMPARARE A SCRIVERE DALLA LETTURA – Intervista a MARCO CESARI

Avere la curiosità di leggere è la migliore fonte d’ispirazione per uno scrittore. Ogni autore, con la sua scrittura, può lasciare il segno, il suo stile, il suo genere, il suo ritmo, i suoi errori. Chi è appassionato di scrittura si avvicina ogni volta ad un nuovo libro con un vivo spirito di osservazione, dove la lettura diventa un’esperienza da cui trarre ispirazione per sviluppare o dare forma a nuove idee.

I dati dell’AIE (Associazione Italiana Editori) relativamente al 2018 ci riferiscono che gli italiani che hanno letto almeno un libro (tra romanzi, saggi, gialli, fantasy, manuali e guide) sono 29,8 milioni su il totale di 60,59 milioni. Un dato non molto incoraggiante, ma va sottolineato che i maggiori lettori sono i giovani e giovanissimi: chi legge è ben il 91% della fascia 4-9 anni e l’88% nella fascia 10-14 anni.
Marco Cesari, vincitore della terza Edizione del Premio Rtl 102.5-Mursia – Romanzo Italiano con il romanzo “L’amico giusto”, è uno scrittore fortemente appassionato di lettura e di letteratura horror ma aperto a qualsiasi genere. Questa intervista racconterà il suo percorso e l’evoluzione della scrittura nella sua vita.

CHI E’ MARCO CESARI?

Sono nato a Brescia nel 1982 e sono laureato in Scienze e tecnologie delle arti e dello spettacolo. Sono uno scrittore appassionato sin da ragazzo. Ho un ‘attività di e-commerce, dedicata alla vendita online di buste protettive per collezionismo cartaceo e musicale, un lavoro che mi consente di avere il tempo da dedicare alle mie più grandi passioni che sono la lettura e la scrittura. Gestisco, inoltre, un blog “Pensiero Profondo 42“, dove recensisco i libri che leggo, raccontando le emozioni che mi hanno trasmesso. Lo faccio non solo per i libri, ma anche per i film.

QUANDO E’ ARRIVATA LA SCRITTURA NELLA TUA VITA?

Ho iniziato molto presto. Alle scuole superiori scrivevo già piccoli racconti e anche qualche poesia: li scrivevo a mano sui quaderni di scuola.

COME DESCRIVERESTI IL TUO RAPPORTO CON LA LETTURA?

Leggo molto e qualsiasi genere. Leggo un libro ogni 4 – 5 giorni circa. Leggere è importante per mantenere la mente allenata e ispirata. Quando leggi tanto ti viene voglia di scrivere. Per scrivere devi leggere. Leggo qualsiasi genere di autore passando da Stephen King a Bukowski. Oggi sto leggendo la “Trilogia di New York” di Paul Auster. Leggo tutto quello che mi suscita interesse.

COME SCEGLI UN LIBRO DA LEGGERE? DA COSA TI FAI ISPIRARE?

In libreria, purtroppo, non vado molto spesso anche se ci sono ancora librai appassionati che sanno consigliarti. Mi rivolgo generalmente a blog che parlano di libri, affidandomi a chi ha una passione più profonda per la lettura. Ci sono, inoltre, autori che seguo o che conosco, dei quali leggo tutta la produzione partendo dagli esordi.

QUAL E’ IL LIBRO CHE PIU’ DI TUTTI TI HA LASCIATO UN SEGNO?

Generalmente non rileggo i libri perché preferisco sempre passare a qualcosa di nuovo, ma se vogliamo rimanere sul “classico”, il romanzo che ho letto più spesso è “ Il giovane Holden” di Salinger. Un altro che ho molto a cuore è “ IT “di Stephen King, un libro che nei contenuti differisce molto da quello che possiamo vedere al cinema. Parla dei nostri mostri profondi, i mostri interiori. E’ una metafora sulle paure giovanili che non riusciamo ad affrontare e che condizionano la vita da adulti.

CON IL TUO ROMANZO “ L’AMICO GIUSTO” VINCI IL PREMIO RTL 102.5 – MURSIA. A CHI O COSA TI SEI ISPIRATO PER IL TUO RACCONTO?

Il romanzo racconta la storia di due ragazzi, Mattia e Luca, dall’adolescenza fino all’età adulta. Sono molto diversi tra loro, ma legati da un’amicizia così potente, che gli consentirà di superare le differenze. Vivranno, uno accanto all’altro, gli anni del liceo, l’amore per la stessa ragazza, la difficoltà di diventare grandi e di scegliere la propria strada liberandosi dai legami familiari che opprimono. L’ispirazione nasce da quell’idea di amicizia raccontata nel cinema e nella letteratura degli anni 80 – 90 e dal mio bisogno di ripercorrere quel periodo.

HAI IN CANTIERE ALTRI LIBRI?

In questo momento sto scrivendo racconti. Mi piace perché nascono da un’idea istantanea e si sviluppano in poco tempo, sono più semplici da organizzare. Ho moltissime idee, quello che mi manca è il tempo. Scrivere è un lavoro mentale a cui devi dedicare del tempo esclusivo.

QUALE CONSIGLIO PER UNO SCRITTORE EMERGENTE CHE VUOLE FARSI CONOSCERE?

Per emergere dalla massa consiglio di mettersi in gioco attraverso la partecipazione a concorsi letterari, anche piccoli purché ben selezionati: è importante che siano seri e ben organizzati! Non è necessario che si vinca qualcosa, è un modo per farsi conoscere e anche per aumentare l’autostima. In passato, per esempio, ho partecipato con racconti horror/fantastici , di cui sono appassionato, a concorsi come il Trofeo RiLL, Terni Horror FestivalFIPILI Horror Festival. Un’altra strada che ti permette di “fare scuola” in un ambiente del tutto sconosciuto è quella di contattare le case editrici. Prima però bisogna studiare il mercato e consultare i cataloghi degli editori per proporsi solo a quelli che trattano tematiche affini al tuo genere o agli argomenti che hai affrontato.

COSA PENSI DEL PROGETTO VALORY?

ValorY è un social che ha una funzione e una fruizione “intelligente”. Può essere utilizzato per lavorare, creare, per essere produttivi e anche in competizione, in modo sano e costruttivo. In questo si differenzia dai Social media già presenti, che sono più frivoli.

QUALE SONO I PROGETTI FUTURI CON VALORY?

Metterò a disposizione la mia esperienza per accompagnare i giovani scrittori emergenti in questo percorso. Offrirò loro suggerimenti su come muoversi in questo settore, consigliando loro come proporsi alle Case Editrici, ai concorsi letterari o come presentare il proprio libro in maniera professionale e vincente.

Scritto da Linda Lato

8 Segreti nel mondo della scrittura – PATRIZIA FINUCCI GALLO

8 Segreti nel mondo della scrittura – PATRIZIA FINUCCI GALLO

Il mondo della scrittura è cambiato e si è evoluto. E’ cambiato il modo di scrivere e sono cambiati anche i mezzi. Non cambia, però, l’importanza dei contenuti e la capacità di saper raccontare e raccontarsi in maniera unica e originale.
Patrizia Finucci Gallo ci racconta i suoi segreti per intraprendere un percorso di scrittura con soddisfazione e professionalità. Un’occasione di riflessione per capire se questa è la strada che vogliamo davvero seguire!

Iniziamo dal primo segreto. Per conoscere tutti i suoi segreti, non perdere i prossimi post. 👍

1 – PERSEVERANZA    

La perseveranza è importantissima. Essere costanti e rimanere fermi sui propri propositi porta alla realizzazione dei propri obiettivi.

Quale sarà il secondo segreto?

Scoprilo ora scaricando #ValorYApp, clicca qui per scaricarla (Android/Apple)!

 

 

L’ARTE DI RACCONTARE E RACCONTARSI – Intervista a PATRIZIA FINUCCI GALLO

L’ARTE DI RACCONTARE E RACCONTARSI – Intervista a PATRIZIA FINUCCI GALLO

E’ l’ora della cultura, della lettura, della scrittura per saper raccontare e raccontarsi.

Il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE), Ricardo Franco Levi, durante il convegno “2019: dati e prospettive del libro in Italia”, che si è tenuto presso il Salone del Libro 2019 a Torino, segnala un aumento di fatturato nei primi 4 mesi del 2019. Abbiamo infatti un +0,6% per il mercato del libro nei canali trade( librerie, online, grande distribuzione) grazie anche ad un nuovo player come @Amazon.  

L’innovazione del supporto alla lettura,  dal cartaceo al digitale e la velocità dell’accesso alle informazioni non sono però sufficienti a contrastare il dato preoccupante relativo alla povertà educativa.  

La diffusione del sapere attraverso luoghi di cultura e socialità è una delle azioni concrete auspicabili, e noi di Valory abbiamo il piacere di raccontare in questa intervista  colei che nel concreto lo sta facendo.

Vi presentiamo @Patrizia Finucci Gallo, una Donna che usa le parole ogni giorno per scrivere e riscrivere il vocabolario della sua vita in modo originale e unico.

CHI E’ PFG ?

Patrizia Finucci Gallo, giornalista e scrittrice bolognese, ha lavorato nella redazione de “ L’Unità” fino al 1991 e poi nella sede regionale della Rai a Bologna. Ideatrice e direttrice della Scuola di scrittura Harriette Stanton Blatch, si afferma nel panorama delle fashion blogger fondando Pfgstyle.com , un blog diventato oggi uno spazio dove si fondono cultura, arte, letteratura e moda in maniera unica e insolita. Impegnata nella divulgazione del valore della figura femminile, promotrice di concorsi letterari, ha scelto di raccontarsi a ValorY.

QUALI SONO LE TAPPE PIU’ IMPORTANTI DELLA TUA CARRIERA?

Professionalmente nasco come giornalista, lavorando inizialmente in Rai e seguendo la politica per molti anni. La nascita di mio figlio, richiedendo un’ organizzazione familiare diversa, mi porta ad iniziare un altro percorso che è quello della scrittura. Scrivo il mio primo romanzo, “Sesso in Videotel” che ha ispirato un film di successo, “Viol@”, interpretato da Stefania Rocca e che ha segnato la mia strada da scrittrice di libri.
Nel 1998 ho aperto la scuola di scrittura “Harriette Stanton Blatch”. E’ una scuola di formazione narrativa, specializzata in narrativa femminile che è stata anche segnalata dall’Unesco come Scuola Culturale, avendo lavorato moltissimo a favore di progetti per le donne. E’ una scuola aperta a tutti, non solo alle donne, ma i contenuti sono rivolti principalmente alla figura femminile, con l’obiettivo di divulgarne il suo valore.  E’ una scuola tutt’ora attiva, con corsi di scrittura tenuti da docenti, giornalisti e scrittori. Ho fondato , inoltre, un gruppo editoriale che si occupa di moda e di scrittura e l’ultimo progetto realizzato, che ha già 8 anni, è il “salotto”. Iniziato con una “spaghettata” tra amici, oggi è cresciuto ed è diventato un salotto ben organizzato, ricco di persone provenienti da settori diversi e che ha unito tutte le cose che a me piacciono: moda, cultura e scrittura. E’ diventato un vero e proprio lavoro con un’equipe dedicata alla sua organizzazione.

COME E’ NATA L’IDEA DI UN “SALOTTO CULTURALE”?

L’idea principale è stata quella di voler riportare il salotto alla sua valenza culturale e creativa dell’ ‘800/’900. Un salotto che pone nuovamente al centro la figura della donna, rendendola protagonista della cultura. Basti pensare che ancora oggi nelle nostre scuole si studiano prevalentemente testi di scrittori, tralasciando nomi femminili illustri. La vera emancipazione femminile è passata proprio attraverso la costruzione dei salotti: gli anni ‘80 – ‘90 li hanno defraudati da questa valenza culturale, rendendoli principalmente salotti di alleanze politiche ed economiche.
Abbiamo riportato il salotto nella sua figura più reale, più “digital”: non è più ancorato alle case, ma è un salotto che va fuori, creando incontri all’esterno con le persone, ricreando sempre l’idea di un salotto. Il valore principale è quello della parola, dello scambio, della conoscenza che oggi abbiamo perso completamente. L’aspetto “digital” si mescola bene con la fisicità del salotto, diventando così un “salotto di tutti” .
Da questo anno ci muoviamo anche con la collaborazione con brand che danno valore aggiunto ai nostri incontri, come ad esempio l’introduzione di prodotti “Food”, dove gli invitati hanno possibilità di conoscere prodotti del territorio, approfondire la storia delle aziende e il loro lavoro. Gli ospiti sono tantissimi e tutti diventano protagonisti raccontando le loro storie. Diventa un terreno di confronto di idee e conoscenza.

COME NASCE IL TUO PRIMO RACCONTO?

Il mio primo libro è nato in concomitanza con la nascita delle prime chat-line. Questo racconto riprende un evento innovativo per l’epoca, dove si poteva comunicare con sconosciuti. Nasce perché era un tema fantastico, era un tema innovativo ed ha avuto un successo pazzesco con il film @Viol@. Questo romanzo nasce in sostituzione del fatto di non poter fare più la giornalista.

COME SI DIVENTA SCRITTORI?

Oggi la carriera di scrittore è paradossalmente più favorevole rispetto agli anni in cui ho cominciato io. Il mondo telematico oggi amplia le possibilità di far conoscere un proprio racconto: dall’auto-pubblicazione, all’invio ad una casa editrice attraverso un contatto Linkedin. Oggi è tutto più democratico e l’attenzione sui giovani, sulla generazione Millennials è enorme. La scrittura è un’arte complessa che richiede energie, tempo per sè, lungimiranza. Categorie emotive che i ragazzi oggi dovrebbero coltivare. 

COME E’ CAMBIATA LA COMUNICAZIONE LETTERARIA CON LA DIFFUSIONE DEL WEB?

Oggi c’è una critica generazionale ai giovani che leggono e scrivono poco. Io invece vedo un grande interesse dei giovani a raccontarsi. Un bisogno di esprimersi attraverso racconti sia attraverso un Blog o un post su Instagram.  Ci sono casi di ragazzi che sanno raccontarsi anche attraverso una foto. Un personaggio molto seguito,ad esempio, che racconta una parte curiosa ed insolita di sé  su YouTube e Instagram è @luis_sal: sa raccontare una parte di sé in maniera unica e creativa. Lo trovo un altro modo di raccontarsi, ma non meno interessante di un libro di massa. E’ una narrazione anche questa, una nuova narrazione. I ragazzi di oggi attraverso i social hanno scoperto un nuovo modo di raccontarsi, se si hanno delle cose da dire. 

 

CONSIGLI IL LAVORO DELLA SCRITTURA?

Io consiglio la scrittura, ma bisogna ammettere che è difficile vivere di scrittura come qualsiasi altra arte come ad esempio la fotografia. La scrittura non è mai stata un mezzo di sostentamento importante, ad eccezione ovviamente di casi isolati. Non basta scrivere un libro per diventare scrittori. Bisogna misurarsi costantemente con il mercato.  Se il primo libro vende molto bene , non è detto che il secondo venderà altrettanto. Tutte le volte che ci si confronta con il mercato, si diventa imprenditori di se stessi. La scrittura non va vista come avulsa dal mercato, perché se non centri quello di cui la gente ha bisogno, scrivi solo per te stesso. Devi produrre più libri per soddisfare il mercato, dopo il primo bisogna pensare ai successivi o anche una saga. 

PERCHE’ HAI SCELTO VALORY PER PARLARE AI GIOVANI?

Quello che mi ha colpito di questo progetto è il suo nome, VALORY . E’ un parola importante, ricca di significato, che oggi viene usata poco e che mi piacerebbe sentire di più.  Un progetto che accenna ai valori, ha un suo VALORE. Educare al valore è fondamentale e credo che questo progetto abbia questo scopo.

 

QUALI SONO I PROGETTI FUTURI CON VALORY?

Sicuramente la scrittura, che è il mio settore, ma vorrei trasmettere e insegnare anche il valore di come creare un “salotto”, che rappresenta una “casa di valori”. Mi piacerebbe insegnare il valore della condivisione attraverso l’organizzazione di un salotto, che però non deve essere visto come qualcosa di “vecchio”, ma come l’occasione di interazione, magari durante una cena, dove ognuno può raccontare una sua storia e dove gli amici prendono valore delle esperienze raccontate.

Ci vediamo su @Valory App.

By Linda Lato  e Simona Dell’Utri

I Segreti di Giuliano Boursier

I Segreti di Giuliano Boursier

Gli obiettivi più difficili si raggiungono con determinazione e umiltà. Ce lo insegna la carriera di Giuliano
Boursier, costruita su questi due valori. Un percorso in continua crescita dove l’attenzione per i dettagli e la professionalità gli ha fatto raggiungere traguardi importanti. Il mondo musicale è complesso, ricco di sfumature, dove per emergere serve sicuramente un amore per la musica che vada oltre qualsiasi cosa.

Giuliano Boursier ci racconta i suoi segreti per intraprendere questo percorso avventuroso e ricco di
soddisfazioni.

Per scoprirli tutti.. Entra in ValorYApp: li troverai nella sezione Future!

 

Si ringrazia Linda Lato per l’articolo.

La Musica è fatta di dettagli – Intervista a Giuliano Boursier

La Musica è fatta di dettagli – Intervista a Giuliano Boursier

Vuoi emergere nel campo della musica e vuoi sapere come fare? Non sai come destreggiarti nel mondo delle case discografiche? Il mondo della promozione musicale è complesso e altamente competitivo. Non è facile emergere  in un mondo dove, ogni giorno, tantissimi artisti di talento realizzano nuova musica. Trasformarsi da musicista emergente ad artista riconosciuto richiede impegno e soprattutto il supporto di professionisti che sappiano valorizzarti, dalla scrittura del brano fino ad arrivare alla vendita di un album.
In questo articolo abbiamo intervistato Giuliano Boursier, musicista talentuoso, e oggi produttore artistico e Personal Manager. Ci racconta la sua vita artistica e la sua trasformazione, che lo vede protagonista nel ruolo di produttore di moltissimi artisti. Un’intervista che racconta le sfumature della musica e la strada per raggiungere l’espressione del proprio talento.

CHI E’ GIULIANO BOURSIER ?

Sono nato con il pianoforte in casa, ereditando questa passione da mia nonna. Ho iniziato a studiare pianoforte classico a 4 anni , quando ancora non sapevo né leggere né scrivere. All’età di  10 anni sono entrato al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, facendo studi classici anche se contemporaneamente cresceva la mia passione per la musica leggera. Intorno agli 11 anni ho iniziato a comporre, realizzando i miei primi brani di musica leggera. Completati gli studi, a 19 anni, mi sono trasferito in Lombardia cominciando a lavorare da subito come arrangiatore e manager, organizzando eventi musicali e, contemporaneamente, esibendomi come musicista in concerti di musica leggera. 

QUALI SONO LE TAPPE PIU’ IMPORTANTI DELLA TUA CARRIERA?

La prima tappa fondamentale è stata sicuramente la realizzazione del  mio primo studio di registrazione, che mi ha dato l’opportunità di iniziare a comporre le prime canzoni e i primi arrangiamenti. Ero un nuovo produttore, ma non ancora riconosciuto. All’età di 25 anni, ho lavorato come manager di SanremoLab (oggi denominato “Area Sanremo”), dove curavo e componevo basi e canzoni per alcuni artisti partecipanti. In questa occasione ho conosciuto Daniele Stefani, che all’epoca aveva 19 anni e con il quale nacque un rapporto di amicizia. In quel periodo firmò un contratto con la casa discografica Sony Music ma, per un anno e mezzo, nonostante la collaborazione con  produttori di artisti già noti, non riuscì a presentare alcun brano che piacesse alla Major discografica. Decise, dunque, di affidarsi a me. Raggiunsi il mio primo successo da produttore artistico con il brano “Un giorno d’amore” con la Sony, canzone scritta insieme, dove mi sono occupato della produzione e dell’arrangiamento. La Sony, dunque chiese a Daniele di presentare un secondo singolo con lo stesso produttore e anch’esso venne accettato. Ciò mi aprì le porte ad un contratto direttamente con la Sony per la produzione di tutto l’album di Daniele Stefani. Da li parte la mia carriera di produttore consolidata perché, in quel momento, ero riuscito a mettere sul mercato un prodotto di successo con una multinazionale come la Sony. Ha inizio un periodo molto importante della mia vita fatto di successi. Ho prodotto Roberto Angelini con “Gatto matto” che divenne una hit e tutto l’album per la Virgin. Venni contattato da Luca Dirisio quando ancora era un’artista sconosciuto.  Proveniva da collaborazioni con altri produttori che, forse, non erano riusciti a vedere il suo talento. Con il brano “Calma e sangue freddo” inizia la nostra collaborazione con Sony, diventando non solo il  produttore e il suo arrangiatore, ma anche editore e Personal Manager, seguendolo nei successivi tre album più importanti della sua carriera. Ho partecipato anche ad alcune edizioni del Festival di Sanremo in veste di direttore d’orchestra accompagnando  oltre a Luca Dirisio e Daniele Stefani anche i Modà. Negli anni successivi, facendo management, marketing e comunicazione ho creato un’azienda che si occupa di discografia e eventi: Ahead of Time. Un’etichetta discografica indipendente dedicata alle produzioni musicali, nata dalla richiesta di un mercato che è cambiato e che richiede alta professionalità anche nella comunicazione digitale. Un’ azienda che, con uno staff qualificato per settore, accompagna l’artista dalla sua idea alla sua realizzazione.

 

UNA CARRIERA MUSICALE DA FRONTMAN A PRODUTTORE. PERCHE’ QUESTO PASSAGGIO?

All’inizio della mia carriera musicale volevo fare il cantante, volevo emergere. Da subito, però, ho capito che per fare il cantante non solo devi essere molto intonato ma devi avere un appeal sul timbro ed essere un grande interprete. Ho quindi deciso già intorno alla maggiore età che avrei avuto grandi soddisfazioni anche dedicandomi agli artisti emergenti che volessero fare i cantanti, abbandonando l’idea di investire su me stesso come artista.

COME SI DIVENTA PRODUTTORE ARTISTICO?

Non c’è una laurea per diventare produttore artistico, lo si diventa sul campo. Il produttore artistico, è colui che insieme all’artista lavora alla realizzazione di un  “prodotto musicale” (singolo o album), definendone anche gli arrangiamenti e i testi, curandone ogni dettaglio fino alla sua messa in commercio. Ha il compito di rapportarsi con le case discografiche nella scelta dei brani, lavora in studio con l’artista. Lo scopo di affinare l’arte di un “diamante grezzo” e portarlo alla luce,  contemplando la realizzazione del progetto. 

COME RICONOSCI UN TALENTO?

Un vero artista ti sa emozionare, indipendentemente dall’età. Oggi in molti sanno cantare ma in pochi sanno cantare ed emozionare. Non serve soltanto cantare bene. Devi trovare nella perfezione del canto il modo di arrivare al cuore della gente. Noi addetti ai lavori, quando valutiamo un talento andiamo a cercare spesso un timbro inconfondibile, cioè un suono che emette il cantante, che sia  davvero particolare. Il timbro differenzia gli artisti e li rende unici. Nel caso dei cantautori, quello che conta è anche la scrittura originale dei testi.

C’E’ SPAZIO PER I CANTAUTORI OGGI?

Si, ma con fatica. Oggi non viene dato molto spazio ai cantautori. Di contro, se fino a 10 anni fa il tuo brano non veniva trasmesso in radio eri fuori dai giochi, oggi, l’avvento di internet cambia queste dinamiche. Gli artisti devono capire che la radio non è più l’unica strada. Il mondo web  ha permesso di scavalcare il muro e arrivare direttamente alla gente. Si assiste alla diffusione di generi come la “Trap” e artisti come Sfera Ebbasta , che pur non trasmessi in radio, sono molto popolari, in quanto ascoltati e scelti su piattaforme come Youtube. Le radio fanno ancora le hit, ma internet ti permette di arrivare direttamente al tuo interlocutore. Dovremmo tenerci stretti la nostra cultura italiana e i nostri cantautori, perché abbiamo un repertorio con testi incredibili. 

QUANTO CONTA LA PERSONALITA’ DI UN ARTISTA ? PUO’ ESSERE A VOLTE TROPPO INGOMBRANTE?

Tutti i veri artisti hanno una grande personalità ed è molto difficile, a volte, lavorare insieme. Nella collaborazione tra un artista e il suo produttore è importante uno scontro che porti alla crescita dell’artista stesso. Come produttore ascolto, ma mantengo una posizione ferma rispetto a quella che è la mia idea di produzione. Importante, però, è un approccio di ascolto reciproco dove anche il produttore ha modo di crescere con l’artista. 

QUALI SONO I PASSI DA FARE PER UN ARTISTA EMERGENTE ?

Oggi il business del mercato musicale è cambiato. Fino a 15 anni fa esisteva il produttore esecutivo, colui che investiva nell’artista, finanziandone i progetti discografici. Il mercato è più veloce, non esistono più canzoni che durano nel tempo, come “Volare” di Modugno, e questo ha modificato l’approccio all’investimento musicale. L’artista oggi è il primo che deve investire su stesso in termini di tempo, energie e danaro nella produzione di brani. Investire su sé stessi facendolo bene e con professionisti: cercare le biografie dei migliori produttori che ci sono sul mercato , presentando i tuoi progetti, condividendone anche gli sforzi economici per raggiungere insieme gli obiettivi comuni. È importante creare questo team di persone, che mette insieme il loro talento al fine di raggiungere un obiettivo comune. Affidarsi a persone qualificate, ti consente di limitare il rischio del tuo investimento. E’ necessario, dunque, affidarsi agli addetti ai lavori per  raffinare e definire il proprio prodotto per poi solo successivamente farlo arrivare al pubblico. 

QUAL E’ SECONDO TE IL FUTUTO DELLA MUSICA? IN CHE DIREZIONE STIAMO ANDANDO?

Spero che ritorni la musica importante, quella dei cantautori. Non è detto che la musica continui a diventare sempre più elettronica. Oggi, all’interno della nuova industria discografica, si assiste ad una maggiore diffusione della musica  indie, un vero e proprio genere musicale, legato alla produzione indipendente. Uno dei  protagonisti del panorama musicale indie  venuto alla ribalta è proprio Ultimo, arrivato al successo passando da Sanremo e con un distributore indipendente. 

 

CHE TIPO DI PERCORSO CONSIGLI AD UN’ARTISTA EMERGENTE ?

Il mio consiglio è credere in sé stessi, ma affidandosi a professionisti e a produttori artistici. Il 99% degli artisti ha bisogno di un produttore artistico, altrimenti non si spiegherebbe perché viene utilizzato dai più grandi artisti della musica italiana e internazionale.  Il produttore è proprio la persona con cui l’artista deve scontrarsi per avere un confronto costruttivo: ti suggerisce come cambiare una strofa, un ritornello o una frase. C’è bisogno di questo confronto per arrivare a realizzare il tuo brano, per definire il tuo progetto e poi pubblicarlo. L’errore più grande è credere di poter fare tutto da soli per farsi conoscere. Oggi l’artista vuole fare tutto, cantare, scrivere, arrangiare, pensare al video, alla promozione…. : è IMPOSSIBILE!!! E’ difficile riuscire a tirar fuori un brano che possa essere concorrenziale, ben prodotto, ben arrangiato e competitivo con il mondo discografico che c’è fuori . Nella musica non esiste musica di Serie A o Serie B:  esiste solo la Serie A. Bisogna fare i conti con “una classifica”. Se vuoi competere con gli artisti che ci sono oggi sul mercato musicale devi avere un prodotto competitivo, non puoi guidare in Formula 1 con la Cinquecento. Anche se sei un giovane e hai 19 anni, devi uscire con un prodotto tanto bello quanto quello dei più grandi artisti, senza chiuderti in una campana di vetro, ma AFFIDANDOTI e FIDANDOTI dei professionisti

PERCHE’ HAI SCELTO VALORY PER PARLARE AI GIOVANI?

ValorY è una piattaforma digitale moderna e affidabile, che offre la grande possibilità di interagire direttamente con i giovani. E’ un luogo di scambio di qualità dove i ragazzi possono trovare supporto in esperti di settore.

CHE COSA SIGNIFICA AVERE UNO STRUMENTO SMART CHE SUPPORTA I GIOVANI NELLA REALIZZAZIONE DELLE LORO PASSIONI?

Questo strumento offre ai giovani la possibilità di sviluppare e perfezionare la propria passione in maniera concreta, con la possibilità di interfacciarsi direttamente con professionisti e coach selezionati

QUALI SONO I PROGETTI FUTURI CON VALORY?

I miei progetti con ValorY sono orientati a supportare giovani appassionati di musica, con un filo diretto. La mia esperienza  trasversale , può essere da supporto al musicista, al cantante ma anche a chi vorrà operare come Manager musicale o produttore.

 

Si ringrazia Linda Lato per l’articolo. 

Professione Musica! Intervista ad Umberto Labozzetta, CEO di PassoDopoPasso

Professione Musica! Intervista ad Umberto Labozzetta, CEO di PassoDopoPasso

Il mercato discografico mondiale è in continua crescita! Ce lo confermano i dati della IFPI (Federazione Internazionale dell’Industria Discografica) : una  crescita del 9,7 %, con lo streaming che continua a guidare questo orientamento positivo. Dati in crescita anche per l’Italia con + 2,6 %. La musica, che ha visto una grande crisi all’inizio degli anni duemila, ha saputo rinnovarsi. E’  riuscita a trovare la giusta strada nella rivoluzione della digitalizzazione della musica, riuscendo a contrastare positivamente anche la pirateria.

La musica è cambiata, sono cambiati gli investimenti delle case discografiche, sono cambiate le regole degli strumenti di diffusione della musica. Un nuovo scenario che abbiamo voluto comprendere meglio intervistando UMBERTO LABOZZETTA. Esperto di comunicazione e promozione discografica che, partendo da Radio Deejay, è cresciuto nel mondo musicale lavorando con i più grandi artisti italiani investendo anche su artisti emergenti. Ha saputo evolversi perché, come lui stesso afferma, “lo stimolo e l’ adrenalina che continuo ad avere nonostante i tanti anni di attività sono dettati dalla curiosità nei confronti di tutto quello che di nuovo c’è  o si può creare”.

COME HAI INIZIATO LA TUA ATTIVITA’ NEL MONDO DELLA MUSICA E QUALI SONO STATE LE TAPPE PIU’ IMPORTANTI DELLA TUA CARRIERA?

La mia carriera la riassumerei in tre tappe fondamentali. La prima tappa è il mio periodo ad Ibiza – inizi anni 80 –  quando lavoravo come dj  e animatore nei villaggi turistici. Lì ho conosciuto Claudio Cecchetto e Valerio Gallorini. Quel rapporto di amicizia si è trasformato, negli anni a seguire, in un rapporto di lavoro che mi ha portato a lavorare a Radio Deejay per 10 anni, sviluppando la mia passione per la radio. Grazie anche ai rapporti che si erano creati nel lavoro con la Radio, ho avuto la possibilità di conoscere molte persone tra cui  Filippo Sugar, figlio di Caterina Caselli , che mi ha chiesto di lavorare per conto della loro azienda. La seconda tappa, estremamente importante, mi ha portato a fare un altro lavoro, in realtà a me più incline,  ovvero quello della comunicazione e della promozione, ma dalla barricata opposta. La radio riceve e trasmette, la discografia propone e lavora per far crescere un progetto discografico. Ho dunque iniziato a lavorare con Caterina Caselli, collaborazione che dura tutt’ora a fasi alterne. Il primo progetto che mi è stato affidato è stato la promozione di Elisa. La mia terza tappa corrisponde con la nascita della mia prima società di consulenze, all’inizio degli anni 2000 che vede , da una parte, lo sviluppo di progetti discografici di artisti poco noti e, dall’altra, lo sviluppo e l’implementazione di artisti già conosciuti, che avevano bisogno di promozione in un determinato periodo, ad esempio per una tournèe o un disco. Annovero collaborazioni che vanno da Venditti a Renga, passando per Bocelli , Avion Travel, Mario Venuti, Grignani, Marina Rei, Patti Pravo, Paolo Conte, fino ad arrivare a alla mia ultima attività di sviluppo legata al giovane artista italo-inglese, Jack Savoretti.
Collaboro con l’Università Cattolica di Milano come docente del Master in Comunicazione musicale dedicato al mondo della comunicazione discografica trattando lo sviluppo attuale di un progetto discografico con tutte le caratteristiche del nuovo modo di utilizzo della musica.

QUANDO E COME TI SEI ACCORTO CHE LA TUA PASSIONE PER LA MUSICA POTEVA ESSERE ANCHE IL TUO LAVORO?

La musica è sempre stata una passione che poi è sfociata in un lavoro. Ho iniziato a 12/13 anni a lavorare come Dj  e a 15 anni ho iniziato a lavorare d’estate in una discoteca. Contemporaneamente è nata la passione per il mezzo radiofonico, dove potevi avere, in un periodo completamente diverso da quello attuale, uno spazio dove proporre quello che piaceva a te ad altri.  Questa è stata la più grande scoperta che potesse fare un giovane che faceva della sua passione il suo lavoro  (si parla di fine degli anni 70).

COME E’ CAMBIATO IL MONDO DEL MERCATO MUSICALE OGGI?

L’utilizzo della musica è cresciuto rispetto all’epoca precedente, ed è cambiato notevolmente il modo ti utilizzarla. Inizialmente la musica era legata all’acquisto della cassetta,del vinile o del cd e quindi  l’ascolto era piuttosto limitato all’acquisto di questi supporti. Successivamente sono esplose la rete e le altre piattaforme dove è possibile scaricare brani. L’arrivo di Spotify o i video You-Tube permettono oggi di utilizzare frequentemente la musica e di avere un‘ idea musicale legata allo sviluppo di progetti che solitamente non arrivano in radio ma che, in rete, sono consolidati e hanno parecchie visualizzazioni o “Like”

QUALI SONO,OGGI, GLI STRUMENTI DI DIFFUSIONE PIU’ POTENTI DELLA MUSICA?

Nella campagna promozionale che fai oggi, non si può prescindere da tutti i mezzi. Dipende tutto, prò,  dal nome dell’artista e soprattutto dal progetto. Per i giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni, la rete è fortemente utilizzata e anche seguita perché loro la musica la scelgono. Chi fa musica oggi sa che alcune aree di competenza mediatica sono difficili da raggiungere. La radio consolida la notorietà, il problema è arrivare ad avere delle buone programmazioni musicali perché oggi le radio sono diventate  meno propositive. Il business più grosso delle radio oggi è quello di implementare i fatturati indipendentemente dalla musica che trasmettono. Questo porta ad un appiattimento, in cui un po’ tutte le radio sono musicalmente uguali perdendo quella personalità che le distingueva in passato.

QUANTO SONO IMPORTANTI LA COMUNICAZIONE E IL LOOK PER UN ARTISTA EMERGENTE?

La comunicazione è fondamentale. In un progetto discografico consideri sia l’aspetto artistico sia l’aspetto legato all’immagine, al profilo che si crea di quell’artista, in virtù del tipo di musica che propone, del pubblico che vuole andare a colpire, dei contenuti che genera la sua musica. Quando lavoro con un’artista mi piace lavorare sull’aspetto musicale, non credo che si ascolti la musica di un artista solo perchè ben curato, ben vestito, o sia un bel ragazzo o ragazza,  anche se questo non guasta. La differenza la fanno i contenuti, anche se questi variano in base ai gusti che ciascuno ha.

QUALI SONO LE STRADE CHE POSSONO SEGUIRE GLI ARTISTI EMERGENTI?

Esistono due categorie di artisti emergenti: quelli che per emergere accettano i talent e quelli che invece decidono di fare la “gavetta” perché vogliono essere considerati, per sé stessi e per gli altri , “puri”, senza contaminazioni. In realtà, entrambe le categorie potrebbero coesistere , se non ci fosse l’idea, tipicamente italiana, che chi sceglie i talent cerca una scorciatoia per poter riuscire ad emergere. Ovviamente la scelta dipende dal percorso dell’artista, c’è chi parte dalla sua nicchia di pubblico e poi implementa man mano che viene scoperto dalla gente e chi si gioca tutto subito con i talent, con il rischio, però, di “bruciarsi” prima di nascere.

COME RICONOSCI UN TALENTO?

Vorrei avere questo potere, senza sbagliarne nemmeno uno. Sono tantissime le componenti che spingono una persona a percepire che dall’altra parte c’è un elemento che ha delle caratteristiche, delle capacità che, se sapute cogliere, possono dare delle grandi soddisfazioni. Per ottenere questo è necessario che tutto avvenga , nella volontà dell’artista stesso di accettare consigli, senza condizionamento esterno. I talenti sono tanti, ma dall’ascolto deve arrivarti qualcosa che ti emoziona. Se trovo qualcosa che mi emoziona, come fu Elisa nel 1997, cerco di capire se questa emozione può arrivare a più persone. Nel mio lavoro vanno fatte scelte che  sono condizionanti, perché devi raggiungere il più alto numero di persone che gratifichi non solo il tuo lavoro, ma anche quello dell’artista.

QUAL E’ L’ARTISTA CHE TI HA SORPRESO DI PIU’?

Ogni artista con il quale ho lavorato mi ha sorpreso: ancora oggi,un’artista che mi sorprende quando l’ascolto è Elisa. Artisticamente mi emoziona da sempre, così come Jack Savoretti che seguo in questo momento che ha un potenziale enorme. Elisa deve il suo grande successo non solo alle sue doti, ma anche alla sua capacità di rinnovarsi.

PROGETTI FUTURI E VALORYAPP

Umberto Labozzetta sarà coach per Valory. Il suo prezioso contributo avrà l’obiettivo di spiegare cosa c’è dietro un progetto  discografico. Cosa fare una volta che il disco è pronto? Cosa fare affinché più persone ascoltino quel progetto? L’idea è veicolare la conoscenza di un progetto discografico da proporre al grande pubblico. La preoccupazione più grande è sempre quella di realizzare il disco, ma in realtà bisogna saperlo anche vendere. Il nostro coach vi accompagnerà in questo percorso, spiegando  come si fa promozione , come si fa a cercare le persone giuste senza che vi prendano in giro.

E poi lavoreremo insieme a lui per organizzare  la seconda Ed. di ELNOS LIVE CONTEST , alla ricerca di nuovi giovani emergenti come il primo vincitore Michelangelo Vood con la sua Van Gogh. Ascoltatela su Valory App.

Per tutti dettagli continuate a seguirci!!

Si ringrazia Linda Lato per l’articolo.