La più bella forma d’arte? Noi che ne siamo i restauratori.


É nostro dovere salvare il Pianeta in un periodo di difficoltà come questo.

Come ci spiega l’esperto in ambiente, innovazione nonché Responsabile della Sostenibilità di Enel Global Power Generation Giovanni Tula: “senza sostenibilità non si potrà mai parlare di progresso”.

Quindi noi tutti, i giovani in particolare, dobbiamo prenderci la responsabilità di cambiare le cose, costruendo un futuro al passo con le nostre idee e i nostri sogni.

Basta modificare alcune delle nostre abitudini quotidiane per determinare un enorme cambiamento.

Non sei ancora convinto di volerlo fare? 

Sono Jessica Stella, 17 anni e ho scritto per Valory questo articolo intervista nel quale capirai tutti i vantaggi e i motivi per approcciare uno stile di vita eco-friendly.

1.Può spiegare ad un giovane che attività svolge come responsabile della sostenibilità all’interno di Enel global power generation?

La sostenibilità, oltre a rivestire un carattere valoriale, sta diventando sempre più un elemento di vantaggio competitivo e, come tale inizia a entrare nel cuore delle strategie aziendali. Di conseguenza anche il ruolo del “responsabile della sostenibilità” si sta evolvendo verso una figura eclettica in grado di lavorare a più livelli: dall’ormai consolidata attività di coinvolgimento delle comunità locali attraverso progetti di sostenibilità sociale e ambientale mirati a condividere con loro il valore creato dalle nostre attività, fino all’interazione con gli stakeholder finanziari (che sempre di più basano le proprie decisioni di investimento non solo su sulle performance economiche dell’azienda ma anche quelle sociali e ambientali), passando per la definizione di strategie e strumenti che consentano all’azienda di migliorare continuamente la sostenibilità dei processi e dei prodotti.

2. Sarebbe possibile basarsi sul solo utilizzo di fonti rinnovabili per l’energia elettrica che consumiamo quotidianamente, o ci sono caratteristiche negative in queste tecnologie che ne impediscono l’utilizzo?

Le tecnologie per la generazione di elettricità da fonti rinnovabili hanno raggiunto una maturità tale, da renderle competitive sotto tutti i punti di vista. Il solare fotovoltaico e l’eolico, si sono infatti aggiunti all’idroelettrico nella lista delle tecnologie più economiche che domineranno il mercato nei prossimi anni. Oggi un pannello fotovoltaico costa quasi il 90% in meno di quanto costava dieci anni fa e una turbina eolica on-shore quasi il 50%, e questo fa sì che nella maggior parte dei mercati sia più conveniente generare elettricità da fonti rinnovabili che costruire nuovi impianti a carbone. Questo passaggio da una mix energetico basato su fonti fossili ad uno basato su fonti rinnovabili a zero emissioni di CO2, si chiama transizione energetica. Come ogni transizione anche questa richiede degli accorgimenti tecnologici per garantire la stabilità del sistema elettrico (ad esempio sarà sempre più necessario installare dei sistemi di accumulo come le batterie), ma avrà anche degli importanti impatti di carattere sociale: e per tornare al ruolo del responsabile della sostenibilità, è nostro compito aiutare l’azienda a mettere in atto tutte quelle attività che serviranno a rendere questa transizione giusta, ovvero accompagnare i territori, i fornitori, i dipendenti che verranno impattati dalla chiusura degli impianti a carbone verso nuove forme di sviluppo.

3.In cosa consistono le tecnologie che permettono di utilizzare l’energia marina, e quali sono i vantaggi?

La tecnologie per la generazione di energia elettrica dal mare si raggruppano essenzialmente in due macro categorie: quelle che sfruttano l’energia delle maree (tidal energy, in inglese) e quelle che sfruttano l’energia delle onde (wave energy). Il vantaggio di questa forma di energia, specialmente quella delle onde,  è che è immensa, presente in moltissime parti del mondo e anche molto prevedibile, e quindi in grado teoricamente di complementare le fonti solari e eoliche. Teoricamente, perché purtroppo le tecnologie marine non hanno ancora raggiunto la maturità tecnologica necessaria alla loro industrializzazione (la maggior parte sono ancora in fase prototipale) né tantomeno quella economica. In sintesi, è importante investire nella ricerca e nello sviluppo vista l’enorme disponibilità della risorsa marina, me è presumibile che ci vorranno ancora diversi anni prima che questa diventi una fonte di energia di uso comune.

 4.     A che punto siamo con lo sviluppo sostenibile in Italia rispetto agli altri Paesi? 

Sul fronte energetico, l’Italia sta andando nella direzione giusta, ha infatti adottato un Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) con cui ha definito ambiziosi obiettivi di sviluppo delle energie rinnovabili che al 2030 dovranno coprire il 55% della domanda di energia elettrica. Ma definire degli obiettivi non basta per diventare sostenibili, è necessario che tutto il sistema Italia vada nella stessa direzione e lavori alla rimozione di quegli ostacoli che ne potrebbero impedirne il raggiungimento. Un esempio?  I tempi lunghi e incerti per il rilascio delle autorizzazioni necessarie alla costruzione degli impianti eolici e solari: con il passo attuale si rischia seriamente di non riuscire a raggiungere i target del PNIEC.

Questo esempio vale anche per spiegare un concetto più generale: la sostenibilità riguarda molti degli ambiti dall’uso delle risorse naturali in modo più efficiente, la progettazione di beni in ottica circolare, la mobilità sostenibile, il consumo responsabile e via dicendo. Il minimo comune denominatore di tutti questi ambiti è che se si vuole davvero perseguire un progresso sostenibile per garantire equità tra le generazioni presenti e future, è necessario oggi accettare la necessità di un cambiamento e che non è più possibile continuare a perseguire i tradizionali modelli economici e sociali . Ognuno di noi, come individuo o come parte di un’organizzazione deve fare la propria parte, partecipando attivamente a questo cambiamento, anche se a volte può costare fatica, perché significa cambiare abitudini, oppure generare timore.

 5.     Adottando un’economia circolare e impiegando energia proveniente da fonti 100% rinnovabili come si evolverà il mondo lavorativo?

E’ difficile prevedere oggi l’evoluzione che avrà il mondo lavorativo. Rispetto al passato in cui tutto era molto più stabile e c’era molta più continuità tra i lavori svolti da generazioni diverse, le grandi trasformazioni che stiamo vivendo (oltre a quella energetica pensiamo solo al fenomeno della digitalizzazione), e le sfide che abbiamo di fronte a noi (prima fra tutte quella ambientale) rendono il mercato del lavoro molto fluido. Chi inizia oggi un percorso universitario, è probabile che una volta terminato il ciclo di studi possa andare a svolgere un lavoro che oggi non esiste. E’ importante quindi, a mio avviso, sviluppare la capacità di adattarsi ai cambiamenti attraverso il continuo studio e apprendimento lungo tutta la carriera lavorativa. Se da una parte questo potrebbe sembrare uno svantaggio rispetto al passato, in realtà è uno stimolo continuo che renderà il lavoro sempre più interessante.

6.     Le piace coinvolgere i giovani nei progetti per garantire uno sviluppo sostenibile? Se sì, come?

In un quadro come quello che ho descritto prima, di continui cambiamenti, i giovani giocano un ruolo fondamentale, perché possono contribuire a costruire un futuro con meno pregiudizi dettati dall’esperienza passata e quindi in grado di spingere e realizzare le trasformazioni necessarie per creare un progresso che sia più sostenibile di quanto non lo sia stato sinora. In Enel abbiamo adottato un modello di innovazione aperto all’esterno (open innovation) attraverso cui cerchiamo collaborazioni che portino idee e soluzioni che ci aiutino a vincere le sfide tecnologiche e di sostenibilità che ci pone la transizione energetica, di cui abbiamo l’ambizione di essere leader. Tra i diversi canali di collaborazione, la piattaforma di crowdsourcing openinnovability.enel.com, ad esempio, consente a chiunque di proporre soluzioni o rispondere alle challenge che periodicamente pubblichiamo.

 7.     Secondo lei l’utilizzo di strumenti di comunicazione responsabile come Valory, può contribuire a diffondere più velocemente tra i giovani la cultura di uno sviluppo più sostenibile?

Certamente, parlare di sostenibilità e creare una cultura e una sensibilità collettiva sono elementi necessari per creare il terreno adatto per una svolta verso un progresso sostenibile. Solo attraverso la conoscenza e la sensibilizzazione si arriverà a interiorizzare che senza sostenibilità non si potrà più parlare di progresso.

Ora che conosci di più il tema della sostenibilità ambientale, non aspettare!  

Il momento giusto per iniziare il cambiamento è adesso. Ti aspetto su Valory per condividere le azioni che potremmo intraprendere insieme.

Jessica Stella