Parlare di filosofia in un’era digitale sembra un paradosso, ma il sapere filosofico racchiude in se stesso l’essenza dell’atto creativo e dunque della stessa innovazione.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare l’unico e vero copywriter d’azione  che ha fatto della filosofia la sua fonte d’ispirazione per evolvere in sincronia con i tempi moderni.

Paolo Guglielmoni si racconta ai nostri VALORYERS ricordandoci quanto da giovane si sentiva “immortale” e come l’orgoglio per se stesso lo ha aiutato a perseguire il suo percorso anche contro i consigli dei molti.  

Può raccontare il suo percorso ai nostri VALORYERS, le difficoltà e i successi che ha raccolto lungo la sua strada?

Come dico spesso, sono filosofo nativo e creativo adottivo. Perché nasco come saggista di Filosofia, professione che mi ha portato a fare ricerca all’Università di Cambridge in UK, dove ho sviluppato una mia interpretazione del pensiero di David Hume, che mi ha consentito di diventare curatore dell’opera italiana di David Hume per Bompiani.

In UK ho scoperto il Creative Writing, in particolare il Copywriting di David Abbot (quello degli annunci Economist…). Così, tornato in Italia mi sono dilettato come copywriter freelance, finché sono stato notato da Leo Burnett Italia, dove sono diventato Copywriter e Direttore Creativo. Così è avvenuta la mia “adozione” nel mondo della creatività.

Data la mia formazione filosofica, sono sempre stato un creativo dal forte approccio strategico, e dalla grande consapevolezza dei media, offline e online. Nei miei 13 anni in Leo Burnett ho lavorato sui progetti ADV e Digitali dei principali clienti locali e globali, vincendo anche numerosi premi nazionali e internazionali. In particolare, un mio annuncio Nintendo è stato selezionato dal Louvre per la sua Advertising Art Collection.

Ora ho una mia agenzia, che si chiama RADS (Responsive Ads): responsive, perché applica alla progettualità creativa l’approccio del responsive design, modulato attorno alla mia metodologia proprietaria di Advertising Circolare: per massimizzare i risultati, soprattutto virali, delle Brand. Questo approccio ha portato un mio video per Yves Rocher a essere incluso nella Youtube Ads Leaderbord 2018.

Oltre a questo, proseguo la mia attività di docenza universitaria con contratti in NABA, IULM, Ferrari Fashion School, e all’Università di Falmouth (UK).

I creativi concreti sono una nuova categoria di lavoratori, lei che tipo di imprenditore si definisce?

Mi definisco un imprenditore “open source”, nel senso che credo nella necessità di avere un software base, nel mio caso la mia metodologia proprietaria di Adv Circolare, che i miei collaboratori di volta in volta integrano, facendola propria e arricchendone l’efficienza e l’efficacia per le Brand che ci consultano.

Come può l’advertising circolare cambiare il modo di comunicare?

Massimizzando l’efficacia di ciò che già c’è, riducendo gli sprechi di budget, di tempo, e soprattutto di idee. 

Ed attivando, volta per volta, solo professionalità top, solo quelle che servono, solo quando servono: mettendole in sinergia anche con le professionalità già attive in azienda.

Come docente universitario quali corsi universitari consiglierebbe ad un giovane per avere uno sbocco lavorativo futuro?

Quelli che hanno in piano di studi non solo strumenti professionali, ma anche cultural.

Ha qualche consiglio per i giovani che devono approcciarsi a dei mestieri che oggi non esistono ancora?

Non cercate il mestiere che fa per voi, createvelo. “La differenza è concentrarsi sui propri obiettivi e non sul successo”.

Grazie a Paolo abbiamo fatto un viaggio d’altri tempi tra parole eufoniche e concetti di circolarità che ci hanno svelato un mantra da non dimenticare mai: diventiamo “eroi di noi stessi” per sentirci appagati della vita che scegliamo di vivere.

Simona Dell’Utri